27 maggio 2007

sudo apt-get –purge remove ubuntustudio*

È quello che ho appena fatto alla mia box, e che consiglio di fare anche a voi…
Motivo? Sono tanti piccoli motivi, e vi spiego perché ritengo che Ubuntu Studio come distro al momento sia tanto inutile quanto invece risultano preziosi i suoi repository, da aggiungere alla propria Ubuntu “liscia” per avere qualcosa di migliore.

Troppo tutto

Non c’è alcun vantaggio nell’installare quattromila pacchetti audio/video/grafici alla rinfusa e senza un minimo di partecipazione attiva da parte dell’utente, che si ritrova menù chilometrici ripieni di applicazioni con nomi tipo: “beast bitscope creox denemo patchage shaketracker sooperlooper swami csound tapiir freqtweak mixxx” e molti molti altri.

Ubuntu Studio Launcher

Questo dovrebbe essere la risposta al punto precedente, un’applicazione che si occupa di avviare i programmi che ci servono.
Va da sé che una volta lanciato mette una mestizia infinita, non è altro che una replica del menu “Applicazioni » Audio & Video” di GNOME.

Grafica ed “emozione” zottozero

Una distribuzione pomposamente indirizzata ad artisti dovrebbe avere almeno un ottimo impatto visivo, una forte identità e dovrebbe facilitare l’identificazione dell’utente con la comunità che ci sta dietro, ad Ubuntu Studio manca tutto questo.

Il tema Ubuntu Studio è un tema scuro basato su Murrine. In teoria dovrebbe essere bello, in realtà è dozzinale e veramente inusabile: troppo scure le parti scure, troppo chiare le parti chiare, troppo blu le parti blu… ma come fanno a dire di essersi ispirati allo stile di Ardour2? Altra pecca è che non è conforme alle nuove specifiche di GNOME 2.18 per sfruttare la possibilità di personalizzare i colori che quindi non si possono cambiare… direi che “fatto coi piedi” è un giudizio abbastanza equo.

Le icone scelte ripetono senza alcuna grazia lo stile “verticale” dei folder introdotto da Windows Vista …perché diavolo mai dovremmo imitarne l’aspetto dozzinale va oltre ogni mia capacità d’astrazione.

Il vecchio logo di Ubuntu Studio, quello coi tre altoparlanti contrapposti per intenderci, era parecchie volte più bello e riconoscibile di questo nuovo “coso” blu.

Usate Ubuntu Feisty “liscia” con i repository

La scelta più azzeccata è sicuramente quella di tenersi Feisty, distribuzione che ha tutto ciò che manca a Ubuntu Studio, e prelevare grazie ai repository solo il necessario, ossia qualche pacchetto aggiornato come il fantastico Ardour 2.

Così dicendo quindi non voglio sparare a zero su Ubuntu Studio, ma consigliarvi di usarne gli aspetti migliori: i pacchetti aggiornati dei software che userete realmente. Non mi va di stilare una classifica di tutti i pacchetti, per quello basta leggerne la descrizione e farsi guidare dalle esigenze, ma ecco come avere…

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